 |
|
Qualcuno volò sul nido del cuculo |
uno spettacolo di Alessandro Gassmann dall'omonimo romanzo di Ken Kesey – traduzione Giovanni Lombardo Radice
adattamento Maurizio de Giovanni |
|
In scena | | Giovedì 17 novembre 2016 - ore 21.00 |
Regia | | Alessandro Gassmann |
Interpreti principali | | con Daniele Russo, Elisabetta Valgoi e con Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Alfredo Angelici, Emanuele Maria Basso, Davide Dolores Daniele Marino, Gilberto Gliozzi , Antimo Casertano, Gabriele Granito, Giulia Merelli |
Compagnia | | Fondazione Teatro di Napoli |
Note | | scene Gianluca Amodio - costumi Chiara Aversano
disegno luci Marco Palmieri - musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie Marco Schiavoni |
Descrizione | | Qualcuno volò sul nido del cuculo è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Narra, tramite gli occhi di Randle McMurphy – uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera – la vita dei pazienti del manicomio statunitense ed il trattamento coercitivo loro riservato. Nel 1971 Dale Wasserman realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che fu la base della sceneggiatura dell'omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson ed entrato di diritto nella storia del cinema. Ora questa drammaturgia torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l'avvicina a noi, cronologicamente e geograficamente. Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferisce nel 1982, nell'Ospedale psichiatrico di Aversa. Gassmann ha ideato un allestimento personalissimo, elegante e contemporaneo ma, al tempo stesso, fedele all’originale, e diretto un cast eccezionale. Il risultato è uno spettacolo appassionato, commovente, divertente, imperdibile per la sua estetica dirompente e per la forte carica emotiva e sociale. Una lezione d’impegno civile, uno spietato atto di accusa contro i metodi di costrizione adottati all’interno dei manicomi e, soprattutto, una straordinaria metafora sul rapporto tra individuo e Potere, sui meccanismi repressivi della società, sul condizionamento dell'uomo da parte di altri uomini. |
|
Immagini [6] | " | |