Storia

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Le origini

L’inaugurazione del “Teatro della Società” avvenuta nel 1783 andò a coronare gli ingenti sforzi di un gruppo di cittadini che da tempo si erano fatti interpreti di un’esigenza vivamente sentita dalla comunità urbana di Casalmaggiore che, proprio in quegli anni, conobbe uno splendido periodo di floridezza economica e culturale culminato con l’elevazione a Città sancita dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1754. Il teatro lungi dall’avere una funzione di puro intrattenimento, si poneva al centro della vita sociale ed era motivo di orgoglio e prestigio cittadino. Il Teatro fu progettato e realizzato su disegno di Andrea Mones, cui appartiene anche la decorazione del soffitto della platea. Il progetto ottenne l’approvazione del dall’architetto Giuseppe Piermarini, architetto del Teatro alla Scala di Milano, che definì la forma della cavea.

Il Teatro presenta una pianta a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e il loggione.
Fu inaugurato col Medonte, un’opera “seria”, cioè quel genere di spettacolo che meglio si prestava, col suo sfarzo, a solennizzare l’occasione. Durante gli anni Napoleonici la vita Teatrale Italiana risentì pesantemente della situazione, tuttavia anche nei periodi di maggiore difficoltà l’attività teatrale non fu mai del tutto interrotta, a testimonianza di quanto fosse troppo importante la frequentazione del teatro come consuetudine sociale e come fosse un mezzo di cultura e utilità civile. La situazione comincia a cambiare negli anni successivi all’Unità, in quegli anni infatti il teatro poteva contare sempre meno sul mecenatismo privato e doveva invece ricorrere alle sovvenzioni pubbliche, difficili da ottenere e tuttavia numerose fonti storiche testimoniano che il Teatro Sociale non fu mai ufficialmente chiuso fino al 1916.

Nel 1918, due anni dopo, fu riaperto ma nel frattempo importanti mutamenti intervennero a trasformare il modello di gestione. In teatro urgevano lavori di restauro di cui i palchettisti non volevano farsi carico, perciò le quote di proprietà furono cedute dai palchettisti al Comune e di conseguenza il teatro cambiò il nome da Sociale in Comunale. Dopo tanti anni e tante altre vicende il teatro andò incontro ad una rapida decadenza che lo portò ad essere definitivamente chiuso nel 1957. Negli anni ottanta si decise, finalmente, che un piccolo gioiello, vero e proprio patrimonio storico e culturale non poteva restare più a lungo abbandonato a sé stesso. Furono iniziati i lavori di restauro che riportarono il teatro al suo antico splendore. Riaperto ufficialmente al pubblico nel 1989 dall’anno successivo ospita regolari Stagioni di Teatro, Musica e Danza.

Ruolo

Le attività e le azioni che il Teatro sviluppa presuppongono un rapporto aperto con la comunità, di attenzione e di stimolo per ribadire il valore innovativo della cultura, in particolare il teatro è una “biodiversità”, una risorsa anche quando può essere antagonista rispetto al senso comune.

Il Comune di Casalmaggiore intende offrire una risposta “di servizio”, con attivazione di energie locali, ma anche la creazione di nuove polarità culturali e nuovi punti di riferimento artistico. Il rapporto col territorio impone il rispetto di una tradizione colta e insieme popolare: rispettare i "luoghi" e le loro identità e al tempo stesso aprirsi al nuovo, alla contemporaneità consapevoli che ciò non può che contribuire a rafforzare la tradizione e a rispettare la storia.

Il Teatro è allora un luogo, fisico e mentale, di ricerca, di condivisione, di intercultura dove registi, coreografi, musicisti e artisti, danno vita alle loro opere "mescolandosi" al vivere quotidiano dei cittadini. Un progetto in continua espansione costruito come un mosaico in cui ogni tassello, ogni iniziativa sono semplicemente la somma costituita da una Idea centrale che attiene alla civiltà e che una comunità deve saper esprimere per restituirci cittadini della Polis.

Come raggiungerci

Via Benedetto Cairoli, 53 - 26041 Casalmaggiore (CR)