Macbeth

“Prima d’ora, abbiamo vissuto questo testo accanto a Leo de Berardinis… ora, giunti al momento di affrontarlo, lo sentiamo più che mai vicino. Come spesso accade per le opere grandi, vola attraverso il tempo e sembra scritto per noi, che assistiamo sgomenti alla legittimazione della corsa al potere e della bulimia verso i beni materiali e viviamo il vuoto creato dal rapido mutamento dei valori… Cercando di dimenticare quello che pensavamo di sapere, attraverso l’improvvisazione e la riscrittura, ci sembra di scoprire ad ogni prova altri sensi e punti di vista, pur rispettando la struttura della storia. Così, da un clima di racconto popolare (ricordo delle recite di piazza) si scivola verso una continua trasformazione degli attori, che passano attraverso le Streghe e i personaggi fino a giungere ad una nuda azione corale che spalanca domande sul futuro. La scena è sospesa nel vuoto, segnata dai riflessi di luce in movimento di Maurizio Viani: un castello, una landa, la paura, il deserto, la morte, il mare, un sogno”.