Tema della Biennale Teatro 2020 fu la censura. Glory Wall vinse sviluppando un concetto banale ma quanto mai vero: l’arte vive di costrizioni e muore di libertà. La censura è quindi funzionale all’arte, l’arte è scandalo e lo scandalo a sua volta implica la censura. Ma perché ci si indigna di più a teatro? Il palco sembra amplificare significati e effetti di cose che nel mondo ci lasciano indifferenti, perché è nell’immaginazione che siamo più vulnerabili e continuamente soggetti alla più sottile e perfetta forma di censura, che è quella che sembra venire da noi stessi. La censura colpisce la realtà ma il suo obiettivo è l’immaginazione, l’occhio è rivolto alla cronaca, ma la sua vera ambizione sono le anime. Manzan gioca in modo molto intelligente, ironico e divertente con l’idea del censurare se stessi e gli altri con l’importanza diminuita del teatro. Lo spettacolo si fa interattivo con un ritmo vibrante e una cadenza avvincente per il pubblico. In Italia, dove la nuova scrittura e i nuovi drammaturghi sono stati per troppo tempo ignorati o poco sostenuti lo spettacolo offre al pubblico uno spettacolo molto divertente che recupera il potere del teatro. E della sua comunità.
di Leonardo Manzan e Rocco Placidi
con Paola Giannini, Giulia Mancini, Leonardo Manzan, Rocco Placidi
Scenografie
Giuseppe Stellato
Light designer
Paride Donatelli
Sound designer
Filippo Lilli
Regia
Leonardo Manzan
Produzione
La Fabbrica dell’Attore -Teatro Vascello, Elledieffe
Miglior spettacolo alla Biennale Teatro 2020
Biglietti
Intero € 20,00 Ridotti e Loggione € 15,00
Via Benedetto Cairoli, 53 - 26041 Casalmaggiore (CR)