Aspettando Godot

Aspettando Godot

About Waiting for Godot note di regia da Theodoros Terzopoulos
« Il nostro Aspettando Godot va in scena sulle rovine del mondo, in un futuro più o meno vicino a noi, in un luogo in cui tutte le ferite del presente e del futuro sono acuite. Lo stesso succede per le speranze. In questo confine dell’esistenza umana, quali sono le condizioni minime possibili per tornare a vivere di nuovo, per pensare a una vita che valga la pena di essere vissuta.
In Aspettando Godot vengono date due risposte possibili, e da qui vogliamo far partire il nostro lavoro. La prima è il tentativo di comunicare e coesistere con l’Altro, colui che ci è prossimo, nonostante gli ostacoli, anche quando questi sembrano insuperabili. La seconda è il tentativo di mettersi in comunicazione con l’Altro dentro di noi, quest’area buia e imperscrutabile densa di desideri repressi e paure, istinti dimenticati, regione dell’animalesco e del divino, in cui dimorano la pazzia e il sogno, il delirio e l’incubo.
Questo è il viaggio che cercheremo di fare: verso l’Altro dentro di noi e verso l’Altro al di fuori di noi, all’opposto, lontano da noi. Questo è il viaggio che proviamo a fare ogni giorno. Aspettando cosa? La redenzione della vita dai vincoli della morte? L’incontro con l’Umano, la fine di ogni atto di umiliazione inflitto da uomo a un altro uomo? Il Niente o l’Attesa, per usare i termini ironici e beffardi di Beckett?
Ma esiste forse un altro modo per immaginare l’umanità emancipata, senza dover ricorrere all’abbattimento dei muri che separano questo “dentro” da questo “fuori”? « 

Uno delle pietre miliari del teatro del ‘900 firmato da un grande maestro della regia internazionale.

 

Theodoros Terzopoulos -  Aspettando Godot

I personaggi beckettiani si muovono in una zona grigia, in un paesaggio del nulla, quello dell’annientamento dei valori umani. Qualsiasi tentativo di umanizzazione cade nel vuoto, il concetto di tempo è fluido, i personaggi sono sospesi nel vuoto come esistenze espropriate, in un vuoto di disposizioni sconosciute dove l’annientamento di tutte le posizioni, dei valori e delle certezze, è stato realizzato. Il sarcasmo alla ricerca di una fine che non ha fine è l’espressione dominante degli esercizi di sopravvivenza dei personaggi. Essi cercano la fine della fine, che tuttavia non arriva mai. Ogni nuovo inizio è la definizione di una nuova fine. Pessimismo estremo. I personaggi tacciono aspettando la rivelazione dell’indicibile, che non si rivela mai.
Alcune domande che riguardano la natura umana e il futuro forse avranno risposte, la maggior parte però no. Forse alcune di queste domande avranno risposte dagli stessi spettatori. Inoltre, l’arte del teatro esiste e persiste proprio in virtù delle domande senza risposta. 
Con gli straordinari attori Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Paolo Musio, i promettenti giovani Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola e il collaboratore alla drammaturgia Michalis Traitsis c’è stata un’ottima collaborazione, piena di entusiasmo e acuta curiosità per tutto ciò che riguarda questo testo liminale, il quale, oggi più che in ogni altra epoca, come tutti i testi che hanno un nucleo ontologico, può generare nuove idee per lo sviluppo del teatro.

Aspettando Godot

di Samuel Beckett

copyright Editions de Minuit

traduzione Carlo Fruttero

regia, scene, luci e costumi Theodoros Terzopoulos

con (in o.a.) Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano e Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola

musiche Panayiotis Velianitis

consulenza drammaturgica Michalis Traitsis

assistente alla regia Giulio Germano Cervi

produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini

in collaborazione con Attis Theatre Company

Biglietti

Programmazione

Sat Jan 21 21:00:00 CET 2023

Ore Sat Jan 21 21:00:00 CET 2023 | Save the date
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Via Benedetto Cairoli, 53 - 26041 Casalmaggiore (CR)